Fin dall’antichità il fossile suscita curiosità e stupore, dando luogo alle più svariate ed erronee teorie sulla sua natura: prove mal riuscite della creazione, scherzi della natura, uova disperse dal diluvio in sedimenti fangosi e poi sviluppatesi al loro interno, parvenze di organismi mai stati vitali formatisi da un seme o da uno spirito che agisce nelle rocce, etc.
Eppure non mancano intelletti i quali, sia nell’antichità classica (soprattutto greca, ma in certa misura anche romana) che nel Medioevo e nel Rinascimento, ben intuirono l’esatta natura dei fossili.
Ma l’autorità di Aristotele (l’ “ipse dixit”) frenò lo sviluppo di una sua corretta interpretazione come resto di un organismo, spesso estinto, vissuto nel passato.